Il Monastero sorge sull’area un tempo occupata dalla corte regia della Gastaldaga, il palazzo reale nella civitas principale dei diversi ducati longobardi: un quartiere aggiunto in età longobarda a sud-est della città romana, il luogo in cui risiedeva il gastaldo (gastaldius regis, il rappresentante del re longobardo residente a Pavia). Il Monastero, nato per volontà regia durante il regno dei longobardi, sembra essere stato fondato alla metà del VII secolo d.C., nell’area dove sorgeva la Gastaldaga, per ospitare un primo gruppo di madri benedettine.

La tradizione tramanda poi che, alla metà-fine dell’VIII secolo, in questo luogo si sia trasferita la comunità di suore benedettine proveniente dal monastero di Salt di Povoletto, dove si era riunita, per volontà dei figli, attorno alla nobile Piltrude (che la tradizione vuole regina). In seguito alla donazione della casa del Gastaldo, voluta dal duca Berengario (888-924), l’originario “Oratorio di Santa Maria in Valle”, già Cappella palatina della Gastaldaga, venne ampliato e reso più adatto ad ospitare le monache e le loro attività. Le più antiche testimonianza scritte riguardano il Monastero di Santa Maria in Valle e non il Tempietto e risalgono al IX secolo. L’istituzione del monastero dovette essere infatti certamente regia ed era quindi destinato ad accogliere solo esponenti della nobiltà locale. Hjalmar Torp, uno dei più illustri studiosi del Tempietto, ha proposto che l’iniziativa del piccolo cenobio femminile fosse stata di Giseltrude, moglie del re Astolfo, la quale vi si sarebbe ritirata nel 756, quando rimase vedova.

Dibattuta è la questione della datazione del Tempietto Longobardo e della formazione culturale delle maestranze che in esso hanno lavorato. Tutti gli studiosi sono propensi a proporre una datazione che risale all’VIII secolo, alla fine del regno longobardo, cioè al periodo del regno di Astolfo (749-756) o di Desiderio (756-774, ultimo re longobardo che dal 759 si era fatto affianca- re al governo dal figlio Adelchi). Particolarmente importante per la vita del monastero è tuttavia il XIII secolo, epoca alla quale vanno di certo attribuiti nuovi inter- venti edilizi ed ampliamenti del complesso, oltre ad opere artistiche di grande pregio giunte sino a noi come la realizzazione degli stalli lignei tuttora presenti all’interno dell’oratorio o gli apparati decorativi ad affresco visibili sulle pareti.

L’odierna fisionomia del complesso monastico risale all’inizio del 1500 (1511), mentre nel 1841, l’edificio venne affidato alle Suore Orsoline che vi hanno vissuto fino al 1999. Il Chiostro è organizzato a forma irregolare, quasi a trapezio scaleno e le parti edilizie più antiche, fatta eccezione per il “Tempietto Longobardo” e per le traccie di mura romane che vi sono inglobate verso sud, sembrano attestarsi lungo il fronte a nord-ovest, secondo l’andamento dell’attuale via Monastero Maggiore. Il chiostro, di forma irregolare, è circondato da un ampio porticato che immette ad un ombroso giardino. Sotto alle arcate della porzione a sud è conservato un affresco del pittore Francesco Colussi, che nel 1795 dipinse l’Assunzione della Vergine. Il refettorio adiacente è decorato con affreschi settecenteschi: al centro un’Assunzione con la Vergine contornata da angeli musicanti e Storie di Santa Scolastica e San Benedetto. Dal lato est del porticato le monache di clausura un tempo accedevano al Tempietto Longobardo. Nell’Ottocento le suore hanno in parte realizzato un presepe, oggi in mostra permanente in uno spazio climatizzato, ricavato sotto al campanile della chiesa di San Giovanni Battista, composto da grandi statue di cera vestite con abiti della popolazione locale dell’epoca e denominate con nomi in dialetto locale, visitabile tutto l’anno.



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